Torta al testo     

 

Non lasciatevi trarre in inganno dal nome: non si tratta di un dolce. La torta al testo è un piatto tipico della tradizione gastronomica umbra.

Questa sorta di antico pane non lievitato viene preparato con un impasto a base di acqua, farina, sale e bicarbonato.

La cottura avviene su un piano di ghisa detto "testo". La forma della torta al testo è tradizionalmente rotonda. Dopo cottura, la torta viene divisa in parti quadrate o irregolari, farcite a piacere con coppa di testa, salame, prosciutto umbro o ciauscolo, tipico salume marchigiano diffuso anche in alcune zone dell'Umbria.

La torta al testo è conosciuta anche con altri nomi: crescia (nella area dell'Eugubino-Gualdese) e ciaccia (nella Valtiberina, con la Città di Castello che propone una variante tutta sua, con l'aggiunta di uova di gallina all'impasto).

La Storia

La ricetta della torta al testo è davvero molto antica. Storicamente ne venivano realizzati due versioni: quella più diffusa, di grano, e quella a base di granoturno, consumata nella case delle famiglie umbre più benestanti.

Come abbiamo detto, il piano su cui viene cotto questo grosso pane non lievitato si chiama testo (dal latino "testum", il piano in laterizio dove venivano cotti pani e focacce nell'antica Roma), un disco dello spessore di tre centimetri circa, un tempo realizzato in argilla e ghiaia e in epoca più recente in ghisa.

 

Ingredienti

500 g farina

250 g acqua tiepida

1 pizzico di sale

1 cucchiaio di olio extra vergine di oliva

1 cucchiaio di bicarbonato

Procedimento

Unite tutti gli ingredienti in una ciotola finchè l’impasto non risulterà liscio e omogeneo. Stendetelo poi fino ad ottenere due dischi spessi circa 2-3 cm. Intanto fate scaldare il testo o la padella antiaderente. Per testare la temperatura perfetta spargeteci sopra un pò di farina. Quando sarà diventata marroncina potete posizionare il vostro disco di pasta.

Bucate la superficie della torta con una forchetta e lasciatela cuocere per circa 5 minuti. A questo punto potete girarla e lasciare che si cuocia per altri 5 minuti.

Tagliatela in orizzontale quando è ancora calda e farcitela come preferite.

Un consiglio

La tradizione vuole che le torte al testo si farciscano con prosciutto crudo oppure con salsiccia ed erbetta, ma qualsiasi ingrediente sarà perfetto per sorprendere i vostri ospiti

 

San Sisto

San Sisto è una frazione del Comune di Perugia (PG) che conta c.a 14.000 abitanti.Il paese si adagia prevalentemente in pianura, a 280 m s.l.m., ai piedi del colle Lacugnano e in prossimità della via Pievaiola. Esso è geograficamente situato a Sud-Ovest del territorio di Perugia.San Sisto è la sede della X circoscrizione del Comune di Perugia, che comprende anche le frazioni di Sant'Andrea delle Fratte, Santa Sabina, Lacugnano, Ponte della pietra, Casenuove e Prepo.

 

Storia

A partire dall'XI secolo, le mappe del territorio che rappresentano la zona ovest di Perugia, lungo la via di comunicazione per Città della Pieve, riportano la presenza di due fortificazioni distinte, Sansoste e Sant'Andrea delle Fratte. Risale forse all'anno 1000 il castello ai piedi del monte Lacugnano, abitato dal feudatario locale, di cui ora rimangono poche rovine. Nel 1235, a Sansoste si accampò l'imperatore Federico II al ritorno dalle crociate, con l'intento di assediare Perugia. Fin dal 1337 esisteva, sul dosso della via Pievaiola, la chiesa di San Sisto del Monte di Lacugnano, di cui oggi rimangono alcune vestigia, come una campana del 1549 ed un affresco del 1300, raffigurante la Madonna con il Bambino, San Sisto e Santa Caterina da Siena di cui s'ignorava la presenza in quanto coperto da uno strato d'intonaco. Attualmente l'opera restaurata, riportata su tela, si trova all'interno della chiesina del 1300.

San Sisto una fortificazione inespugnabile

Nel XI secolo secondo le antiche mappe, San Sisto e Sant'Andrea delle Fratte rappresentavano due fortificazioni distinte che si identificavano l'una nel castello di Sansoste, l'altra in quello di Sant'Andrea delle Fratte.

Questi castelli erano ubicati lungo una delle principali vie di comunicazione che solcavano il contado perugino, l'attuale asse via Pievaiola - viale San Sisto, strada maestra che attraversava quella parte del territorio annesso al rione di Porta Santa Susanna.

 

L’imperatore Federico II a San. Sisto

Nel Medioevo San Sisto fu forse abitato da un ''signore'' perché il castello, le cui rovine si ergono ancora sulla costa del Monte di Lacugnano, sembra risalire intorno all'anno 1000. Per la sua posizione esso svolgeva una funzione di avvistamento, mentre la campagna sottostante era coltivata dai ''servi'' del feudatario. Sono invece sicure le uniche notizie che si trovano nell'archivio della biblioteca della chiesa di San Pietro dove le cronache antiche riportano che nell'anno 1235 l'imperatore Federico II, sulla via del ritorno dalla Crociata, si sarebbe accampato a circa due miglia da Perugia, presso un castello chiamato Sansoste, rinunciando ad attaccare la città in quanto allora ben fortificata e quindi difficilmente espugnabile. Da lì si diresse con il suo esercito in Germania per sedare la rivolta fomentata dal figlio Enzo e attraversando l'Italia conquistò altre terre e castelli. Si ha inoltre notizia che fin dal 1337 esisteva, sul dosso della via Pievaiola, una chiesa intitolata a San Sisto di fronte alla quale forse fin d'allora c'era un'osteria; '' I due edifici del sacro e dell'umano che scandivano la viabilità medioevale ''.

 

Chiesa di S. Sisto

La chiesa, denominata di San Sisto del Monte di Lacugnano, dipendeva dalla cattedrale metropolitana di San Lorenzo in Perugia ed è l'unica fra tutte le chiese della diocesi che abbia questo nome con riferimento a papa Sisto II che pontificò dal 257 al 258 e subì il martirio insieme a quattro suoi diaconi tra i quali figurava anche Lorenzo, patrono di Perugia. Le spoglie di papa Sisto ebbero sepoltura nelle catacombe romane di San Callisto dove esiste una epigrafe a lui intestata. All'interno del campanile della chiesetta c'è una campana che reca l'iscrizione 1549-Ave Maria, all'entrata laterale c'è un gradino risalente a quell'epoca e all'interno fu ritrovato per caso, durante lavori di ristrutturazione, un'affresco del 1300 raffigurante la Madonna con il Bambino, San Sisto e Santa Caterina da Siena di cui s'ignorava la presenza in quanto coperto da uno strato d'intonaco. Attualmente l'opera restaurata, riportandola su tela, si trova all'interno del nuovo complesso parrocchiale edificato nel 1981 che sorge nelle vicinanze del cimitero. Nel 1581 la parrocchia di San Sisto fu unita a quella di San Cristoforo di Lacugnano e soltanto dopo quattro secoli il 20 giugno del 1970 ha riacquistato la propria autonomia come chiesa parrocchiale. In occasione dei festeggiamenti per i venticinque anni di istituzione della parrocchia di San Sisto l'antico edificio parrocchiale è stato nuovamente restaurato dalla Scuola Edile di Perugia, riportandone alla luce l'originaria struttura.

 

Perché S. Sisto

L'origine del nome di San Sisto è incerta, tre sono le principali ipotesi che si possono formulare: 1) forse il nome deriva dalla parola sosta perché davanti alla chiesa c'era la fermata (sosta) dove viandanti, cavalieri e carrettieri potevano ristorarsi presso l'osteria annessa e far riposare i cavalli o cambiarli. 2) forse San Sisto deriva dalle parole latine Sine hoste cioè senza nemico.

 

Sembra infatti che nei tempi antichi chiunque si trovasse a passare in questa zona era sicuro di non incontrare pericoli prima di arrivare a Perugia. A convalida di questa ipotesi esiste un cippo, di fronte alla chiesa di Madonna Alta, lungo la via Pievaiola, dove è leggibile la scritta: Sansoste. 3) forse il nome è stato dato dalla chiesa dedicata a San Sisto. Questa è l'ipotesi più probabile. Se all'inizio del secolo San Sisto non era altro che una campagna con poche case, in seguito all'insediamento della Perugina e all'esodo delle popolazioni rurali dalla campagna alla città, diventò negli anni sessanta un centro abitato in continuo sviluppo

 

© 2020 Pro Loco San Sisto | Contattaci
Privacy Policy